Dalla primavera del 2024, grazie al finanziamento ottenuto col TOCC - PNRR, M1C3 - INVESTIMENTO 3.3 – Supporto ai settori culturali e creativi per l’innovazione e la transizione digitale nel 2023, è iniziata la nuova fase del progetto LeviDigiLab dedicata alla digitalizzazione del materiale audiovisivo conservato dalla Fondazione Ugo e Olga Levi: audiocassette, VHS e vinili, oltre ai più recenti CD e DVD. Il LeviDigiLab 2.0, nome dato a questa succursale, presenta due nuove postazioni, ognuna dotata di un computer fisso, sempre col sistema operativo iOS, di una scheda audio, di un monitor audio da studio e delle più specifiche “macchine” per la riproduzione dei documenti. Un videoregistratore per le VHS, un riproduttore di audiocassette a doppia piastra, un giradischi per i dischi in vinile a 33 e 45 giri e un lettore CD e DVD esterno.
La fase di cattura del documento analogico avviene con tempistiche 1:1, registrando in tempo reale l’intero svolgimento del nastro, se si parla di VHS e audiocassette, o del percorso nei solchi per quanto riguarda i vinili. Una volta digitalizzata la registrazione si avvia l’esportazione della copia di conservazione, o master, e di quella per la consultazione. Per il video, i file master vengono salvati in formato MOV in Full HD in modo da preservare le caratteristiche di partenza, utilizzando DaVinci Resolve per eventuali lavori di editing e conversione. Per la consultazione è preferibile invece esportare in formato MP4, supportato da più sistemi operativi e più fruibile per lo streaming sui siti e canali social. In questo senso, le postazioni del LeviDigiLab 2.0 sono state pensate anche per il lavoro di montaggio audio/video sul girato degli eventi organizzati dalla Fondazione. Convegni, concerti, presentazioni di libri, tavole rotonde, corsi, ecc. tutte attività ampiamente documentate, organizzate e pubblicate all’interno del canale Youtube della Levi.
I master audio vengono invece salvati in WAV in alta qualità con frequenza di campionamento a 48khz mentre la copia per la consultazione allegata alla scheda catalografica è un file MP3, formato standard a 128 kbit/s per facilitare la fruibilità, agevolare la fase di caricamento e ottimizzare lo spazio d’archiviazione.
Dopo una prima fase di collaudi tecnici, e conseguente scrittura delle linee guida per l’utilizzo, il lavoro è partito da uno dei fondi acquisiti: il Fondo Starec. Questo, che raccoglie il lascito dell’etnomusicologo triestino Roberto Starec, è costituito, oltre che da una vasta biblioteca personale, anche da una ricchissima collezione di oggetti audiovisivi tra dischi in vinile, CD, DVD, VHS e registrazioni sonore su audiocassetta e nastro magnetico. Nel novembre 2024 è stato completato il lavoro di catalogazione e digitalizzazione delle videocassette e audiocassette. Questa prima porzione del fondo conta 6 VHS, quasi tutte edite dalla Società Filologica Friulana e dal Centro di Ricerca Tradizioni Popolari, e oltre 70 audiocassette, molte di queste inedite, come le varie ricerche sul campo personali o svolte da illustri colleghi come Roberto Leydi, Pier Giuseppe Arcangeli, Pietro Sassu e Steven Feld. Tra quelle edite invece si contano numerose pubblicazioni per le collane del Comitato Nazionale Italiano dell’UNESCO e del Centro Etnologico Canavesano e già da tutto questo materiale è possibile notare anche un particolare focus sui repertori cantati, corali e sulle tradizioni orali italiane ed europee, di stampo sia profano sia liturgico. La maggior parte di queste registrazioni riguarda musiche delle regioni del Friuli, della Venezia Giulia e dell’Istria, con una piccola concentrazione anche sul repertorio veneto e del Piemonte, ma è anche interessante notare come tra tutti i lavori di natura etnomusicologa se ne affianchino tre etichettabili come “folk” ma con una veste più affine al mondo della musica leggera: Quitte Paris (1977) e Quintessence (1978) dei francesi La Bamboche e Faliscjes (1993) de La Sedon Salvadie. Non sorprende la presenza di quest’ultimo, ensemble friulano attivo dagli anni Ottanta e che da sempre si contraddistingue per una produzione basata su arrangiamenti del proprio repertorio locale rivisitati in chiave popular. Alle audiocassette, per completare la discoteca, si aggiungono anche i CD e i vinili presto in fase di catalogazione e digitalizzazione. Qui la collezione, sempre vasta, si fa meno specifica e abbraccia altri paesi anche dei continenti asiatico e africano, raccogliendo edizioni di alcune delle principali etichette di riferimento per gli studi di musica comparata come Dischi del Sole, Ocora, Albatros e la Collezione UNESCO. Alcuni esempi sono i canti gitani andalusi, il fado portoghese, i brani per launeddas sarde, il trallalero genovese, le musiche nuziali e i canti dei pastori greci, le poliritmie nigeriane, i maqam iracheni e tantissime altre forme, senza disdegnare, anche qui, i canti dell’area adriatica e le contaminazioni popular. Si nota quindi come tra i suoi vari formati, la discoteca, nella sua totalità, costituisca un ricchissimo tesoro di ampio interesse etnomusicologico in grado di abbracciare non solo gli ambiti principali della ricerca di Roberto Starec.
A completare il fondo vi è anche una piccola raccolta di nastri magnetici. Circa 200 bobine contenenti numerose ricerche sul campo nelle regioni dell'Istria, del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto, in questo caso il lavoro di digitalizzazione è stato reso possibile grazie al contributo dell’Associazione Culturale NoMus che si è occupata anche dei nove nastri magnetici del Fondo Fusco contenenti, tra le varie cose, le sessioni in sala di registrazione per le musiche del film Delfini di Franco Maselli del 1960. In cambio di questo servizio, la Fondazione Levi ha digitalizzato 200 manifesti conservati da NoMus con l’utilizzo del Piano Aspirato del LeviDigiLab. Un esempio pratico di scambio virtuoso di servizi tra soggetti del settore culturale.
L’allestimento del laboratorio 2.0 è stato seguito sempre da Made in Heritage, già curatori del primo LeviDigiLab, i quali stanno sviluppando un nuovo sistema di navigazione, denominato “Audio Navigator”. L’audio navigator è uno strumento che sfrutta l’intelligenza artificiale (Whisper e ChatGPT) per: trascrivere integralmente gli interventi; generare riassunti automatici; permettere la ricerca testuale interna con indicazione dei minutaggi; riconoscere lingue, persone, luoghi e argomenti menzionati; distinguere, entro certi limiti, i diversi speaker. In questo modo l’utente può non solo ascoltare, ma anche esplorare e navigare il contenuto delle registrazioni.
L’obiettivo futuro è di perfezionare il riconoscimento delle entità e ampliare l’applicazione a ulteriori fondi audio, compatibilmente con le risorse disponibili.
Carlo Mezzalira