Roger Laviron, in arte Roger de Valerio, nacque a Lille nel 1886 da Emile Laviron e Jeanne Valerio. Dopo gli studi in architettura presso l’École des beaux-arts di Parigi e alcuni anni di lavoro come direttore artistico per il quotidiano Le Matin, nel 1917 iniziò a collaborare con l’editore Francis Salabert per circa una decina d’anni, realizzando più di 2000 copertine.

Francis Salabert (Parigi, 1884-Shannon, 1946), successe al padre Edouard (1838-1903) nella direzione della casa editrice musicale Éditions Salabert nel 1901, a soli sedici anni. Fondata nel 1878 a Parigi, l’attività si limitò inizialmente a pubblicare musica militare, tra cui le famose marce di John Philip Sousa, noto compositore e direttore di banda statunitense. Fu Francis Salabert a rivoluzionare completamente la casa editrice di famiglia e a spostare nel 1908 la sede dell’azienda in rue Chauchat, nello stesso arrondissement della sede storica di rue de la Victoire1. Abile uomo d’affari, nonostante non abbia colto l’opportunità dell’industria discografica, ampliò i repertori musicali e, di conseguenza, il suo catalogo disponibile, nei campi della musica leggera e del varietà, fin dai primi anni Venti.

Attivo a partire dagli albori anche nell’ambito del cinema sonoro, con la gestione dei diritti musicali di film e musical francesi e internazionali come proprietario e concessionario, Francis Salabert si impegnò però principalmente nell’industria dell’intrattenimento musicale tanto che nel 1926 divenne direttore del Moulin Rouge, ritagliandosi un ruolo prettamente manageriale. Lasciò infatti la direzione artistica e l’organizzazione degli spettacoli a Jacques-Charles (Parigi, 1882-1971), il principale gestore di riviste teatrali del tempo, affidandogli il compito di far rivivere al locale i fasti della Belle Époque. Proprio questi furono gli anni in cui il più celebre locale di cabaret di Parigi e del mondo – dopo l’incendio del 1915, la ricostruzione terminata nel 1921 e la parentesi bellica – tornò a portare sul palcoscenico famose attrici e cantanti, come Mistinguett o Gina Palerme2.
Salabert morì in un incidente aereo in Irlanda nel 1946 a sessantadue anni. La casa editrice rimase nelle mani della moglie Mica fino al 1981, anno in cui venne istituita la Fondazione Francis e Mica Salabert con l'obiettivo di difendere il patrimonio musicale francese e universale3. Nel 2001 il gruppo venne acquisito da Éditions Durand, per poi passare di proprietà alla Universal Music Publishing Group4.

Con la direzione di Francis Salabert la casa editrice assunse un ruolo centrale nella pubblicazione e commercializzazione di canzoni popolari su scala industriale. Fu lui il primo a dare un impulso industriale all’editoria di musica leggera5. L’esplosione di questo fenomeno si ebbe nel 1918 con Phi-Phi, un successo teatrale che grazie alla distribuzione di Salabert divenne celebre al grande pubblico. Nel corso degli anni Venti, infatti, riuscì a reclutare i compositori più influenti nella produzione di canzoni dell’epoca. Anche in questo caso la copertina dello spartito è disegnata da de Valerio.

Tra editore e illustratore, quasi coetanei, a partire dal 1917 si instaura in effetti un rapporto decisamente proficuo che produce, nel corso degli anni successivi, una quantità veramente notevole di copertine per edizioni musicali.
Tra i primi 700 spartiti del Fondo Levi A sono presenti 27 copertine illustrate con firma autografa di “R. de Valerio”. Questa selezione di spartiti, con datazioni dal 1917 al 1927, permette di avere una panoramica del linguaggio espressivo utilizzato nelle illustrazioni che dominano le copertine e che riflettono l’estetica del primo Novecento. De Valerio risolve la relazione con i contenuti musicali dei brani soprattutto attraverso echi provenienti dall’Art Déco, sia nella scelta di una palette cromatica vivace – possibile grazie agli sviluppi nella tecnica cromolitografica – sia nella composizione dinamica tra lettering e componente figurativa, nonché nella stilizzazione dei motivi decorativi.

Spesso le figure femminili illustrate da de Valerio evocano, attraverso pose dinamiche, il fascino delle danze popolari come charleston o fox-trot, la cui musica è contenuta nelle pagine interne dello spartito. È il caso per esempio di The original charleston. Nouvelle danse américaine (Levi A.0023) composto da Cecil Mack e Jimmy Johnson e pubblicato nel 1923. In prima di copertina una snodata e divertita figura femminile danzante si staglia sullo sfondo scuro solcato da scie pulviscolari, da cui emerge il lettering rosso dalle grazie irregolari che riporta informazioni su titolo e autori della musica, nonché nome dell’editore e firma dell’illustratore. La quarta di copertina viene invece utilizzata come spazio pubblicitario per altri spartiti editi da Salabert, di cui vengono riproposti qualche rigo musicale e una miniatura della copertina.

In Who? Fox-Trot de l’operette “Sunny” (Levi A.0046), con musica dell’americano Jerome Kern e parole di Otto Harbach e Oscar Hammerstein del 1926, è il lettering a dominare la copertina. Su sfondo magenta bucato in bianco e ombreggiato per sottolineare la tridimensionalità, un maestoso punto interrogativo rimarca il titolo della canzone Who?, resa con la stessa tecnica e, al tempo stesso, diventa la parete su cui una minuscola figura femminile appoggia la schiena, alludendo al conflitto classista raccontato dal musical. Alla composizione viene aggiunto anche il ritratto fotografico – un collage scontornato – , della cantante e attrice francese Suzette O'nill (Lille, 1895-Parigi, 1967), pseudonimo di Suzanne Pauline Albertine Waroquiez, famosa interprete del musical Sunny. Questa scelta di integrare in copertina le fotografie degli interpreti – in modo da essere immediatamente riconoscibili dal pubblico – viene riproposta in numerosi altri casi: Elle n'est pas si mal que ça. Fox-trot de la Comédie-Opérette "Madame" (Levi A.0055) del 1923; Why did I kiss that girl? (Pourquoi l'ai-je embrassée?) (Levi A.0487) del 1924; Le Black Bottom. Le grand succès de la Revue au Palace "Palace aux Femmes" (Levi A.0059) composto da Ray Henderson e pubblicato nel 1926.

In due spartiti del fondo Levi A compare come soggetto fotografico ritratto Mistinguett (Jeanne Florentine Bourgeois, Enghien-les-Bains, 1875-Bougival, 1956), celebre cantante e attrice francese che si è esibita sui palchi dei music-hall più importanti di inizio secolo come il Moulin Rouge o le Folies Bergère. In J'en ai marre. Créé par Mistinguett (Levi A.0648), composto da Maurice Yvain e pubblicato nel 1921, il riquadro con la fotografia della cantante è chiaramente delimitato dal resto della composizione, come negli esempi sopra citati. Sul piano posteriore, una illustrazione raffigurante l’imbocco di una galleria buia preceduta da un lampione e un cane collocati sul marciapiede, è evidenziata con il colore rosso, oltre al titolo, al nome del compositore e il filetto che separa fotografia e illustrazione. La desolazione del paesaggio urbano, enfatizzata dall’uso del nero e del rosso – pennellato drammaticamente solo in alcuni punti – esprime efficacemente la frustrazione della protagonista per le difficoltà della vita quotidiana (J'en ai marre è traducibile come “Ne ho abbastanza”).
Va rilevato che, al contrario, de Valerio integra il linguaggio fotografico e quello illustrativo nella copertina di un’altra composizione di Yvain per Mistinguett: La Belote (Levi A.0144) pubblicata nel 1924. In questo caso la riproduzione fotografica scontornata della cantante, visibilmente ritoccata per evidenziare alcuni elementi, si fonde perfettamente con la scia di fumo pennellata che esce dalla pipa maneggiata dalla cantante per andare a formare il titolo del brano all’interno di una nuvola scura. L’immagine complessiva, scanzonata e divertente, emerge sulla trama di un tessuto reticolato magenta – secondo colore utilizzato oltre al nero – in cui de Valerio aggiunge l’ombra della figura.

Pochi fra gli spartiti analizzati non riportano in copertina illustrazioni figurative ma solo composizioni di forme e pattern di impronta déco, come in Tea for two. Fox trot (Levi A.0145) del 1924 e I want to be happy. Fox trot (Levi A.0080) del 1925, entrambe partiture con musica di Vincent Youmans e parole inglesi di Irving Caesar. Due cerchi di colore pieno – dai quali emergono bucate in bianco motivi geometrici e informazioni sullo spartito – dominano la copertina, lasciando spazio in alto a destra per il titolo e in basso a sinistra per le informazioni sull’editore Salabert.

Emblematica per riassumere il linguaggio di de Valerio è infine In my Gondola. Fox-one-step (Levi A.0043) con musica di Harry Warren e parole di Bud Green, in cui la dinamicità compositiva tra elementi illustrati, ovvero le cinque sagome di gondole veneziane che entrano dalla sinistra della pagina, e il lettering dal disegno lineare, reso con diversi pesi e spessori ma composto con andamenti curvi quasi a riprodurre le onde, dialogano fino a fondersi.

Le copertine illustrate da de Valerio per Salabert contribuiscono a creare un’identità visiva coerente per l’editore, oltre a generare una prima impressione positiva sul grande pubblico, suggerendo così che la musica proposta all’interno sia altrettanto dinamica. Per riuscire in questo scopo l’illustratore include nelle sue realizzazioni elementi decorativi tipici dell’Art Déco, evocando nei potenziali acquirenti un immaginario condiviso dalla cultura del tempo. 
In un articolo nel quotidiano Paris-soir del 10 aprile 1926, André Foucault descrive de Valerio come un disegnatore dalla spiccata originalità, che «non cade nell’illusione di fare arte dalla pubblicità, ma lavora per portare quanta più arte possibile nella pubblicità.» 
Gli anni di lavoro per Salabert furono preliminari per la sua carriera da cartellonista che lo portò a collaborare con diverse e rilevanti aziende, non solo francesi, tra cui Chrysler, Citroën, Air France. Dopo un periodo di insegnamento, nel 1940 si ritirò per dedicarsi alla pittura e nel 1951 morì a Parigi6.
 

 

Paola Abbiati

 

 

 1Salabert. IMSLP Petrucci Music Library. https://imslp.org/wiki/Salabert 

2History of the Moulin rouge. https://www.moulinrouge.fr/en/the-moulin-rouge/history/the-great-periods/ 

3Fondazione Francis e Mica Salabert. https://fondation-salabert.org/wp/ 

4Éditions Durand Salabert Eschig. https://www.durand-salabert-eschig.com/en-GB/About-Us.aspx 

5Salabert. Encyclopédie multimédia de la comédie musicale théâtrale en France. https://www.ecmf.fr/cm/index44ac.html 

6Atto di decesso, Archivio di Parigi., [Si veda pagina 14] https://archives.paris.fr/arkotheque/visionneuse/visionneuse.php?arko=YTo2OntzOjQ6ImRhdGUiO3M6MTA6IjIwMjItMDktMDciO3M6MTA6InR5cGVfZm9uZHMiO3M6MTE6ImFya29fc2VyaWVsIjtzOjQ6InJlZjEiO2k6NDtzOjQ6InJlZjIiO2k6Mjc0NzU4O3M6MTY6InZpc2lvbm5ldXNlX2h0bWwiO2I6MTtzOjIxOiJ2aXNpb25uZXVzZV9odG1sX21vZGUiO3M6NDoicHJvZCI7fQ==#uielem_move=-120%2C-77&uielem_rotate=F&uielem_islocked=1&uielem_zoom=213

 

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