Il Fondo Storico della Fondazione Ugo e Olga Levi custodisce una collezione di circa duecento stampe e cartoline fotografiche appartenute alla famiglia, databili dalla seconda metà dell'Ottocento agli anni ‘60 del Novecento.
Di recente sottoposto a riordino, il corpus è oggi confluito in un unico Fondo Fotografico afferente al Fondo d'archivio di famiglia, suddiviso in cinque serie, attualmente in fase di catalogazione e di digitalizzazione.
Passando in rassegna il nucleo più antico, ciò che sfila davanti agli occhi è un'articolata successione di ritratti di componenti della famiglia Levi e di persone vicine al loro entourage. Volti e figure in posa, curate nell'abbigliamento e negli accessori, si stagliano su fondali e scenografie ornamentali che ci proiettano in tempi ormai lontani. Emerge nel suo insieme il volto di una società, quella borghese della seconda metà dell'Ottocento, che amava posare davanti al fotografo per fissare nel tempo un'immagine ideale di sé, da regalare o da custodire insieme a quella dei propri cari come oggetto simbolico del ricordo. Le stampe, per la maggior parte su carta albuminata, sono incollate su supporti in cartoncino che, procedendo avanti nel tempo, si fanno sempre più pregiati. Il nome e l'indirizzo del fotografo, dapprima timbrati su un semplice cartoncino bianco, si arricchiscono via via di ornamenti, accompagnandosi a cornici colorate, menzioni di premi, titoli e onorificenze ottenute dal fotografo, che ne avvalorano la reputazione professionale. Il verso del cartoncino diventa un raffinato biglietto da visita, che apre a un ventaglio di nomi e di atelier, veneziani ma anche milanesi, torinesi e d'oltralpe. Trentacinque di questi ritratti portano il marchio dei fratelli Giuseppe e Luigi Vianelli, originari di Chioggia e attivi a Venezia dal 1858 circa. Ritrattisti famosi e pluripremiati, videro passare nel loro atelier numerose celebrità del mondo politico quanto teatrale. Altri tredici ritratti provengono dallo studio del padovano Antonio Sorgato, attivo a Venezia dal 1856 in Campiello del Vin a S. Zaccaria. E compaiono ancora, in minor numero o in singolo esemplare, nomi quali Contarini, Rossi, Schemboche, Ganzini, Montabone, Chiapella, Benque, Deroche, Bousseton & Appert e Nadar tra gli altri. Nell'atelier di quest'ultimo, al numero 35 di Boulevard des Capucines, i Levi commissionarono, attorno al 1860, un ritratto di Emma bambina (1855-1924), la zia di Ugo con una profonda passione per la musica, di cui la Fondazione conserva anche una collezione di spartiti recanti la sua firma di possesso.
Il ritratto, che colpisce per l'atmosfera essenziale, l'intensità dello sguardo e la composta naturalezza della posa, fa parte di una raccolta di trentotto stampe, di cui trentacinque all'albumina e le restanti al collodio, montate su supporti in formato album (165x110 mm) e carte de visite (105x65 mm), originariamente custodite all'interno di un piccolo album fotografico appartenuto alla stessa Emma.
L'album, che in copertina riporta le iniziali della proprietaria, fu acquistato a Parigi nella papeterie di M.me Appay, la cui sede è documentata dal 1874 al 1889 all'interno della Galerie Valois del Palais Royal, al civico 175-176.
Non è noto se gli ottanta riquadri di cui si compone l'album fossero stati un tempo occupati da un uguale numero di immagini. Tuttavia è stato possibile tenere traccia dell'ordine in cui le trentotto fotografie giunte fino a noi sono state disposte al suo interno, e restituirne la sequenza attraverso una nuova digitalizzazione.
Osservando meglio la successione dei volti, alcuni dei quali ancora senza un nome, sembrano emergere accostamenti visivi meditati che rimandano alle relazioni esistenti tra i soggetti ritratti. Ad esempio, Emma compare prima vicina al marito, poi alla sorella Giovanna, e ancora, accanto alla madre, in un ritratto con le altre sorelle. Lo stesso accade con la sorella Giuseppina, il cui ritratto è accostato a quello del marito, Giuseppe Uberto Ravenna.
E' probabile che un'analisi di questi accostamenti visivi, incrociata ad uno studio approfondito sulle persone ritratte, potrebbe contribuire all'identificazione delle figure di cui non si conosce ancora il nome, oppure il ruolo all'interno della famiglia Levi, come nel caso di Annetta (o Annette) Bonin, che nell'album compare due volte, accanto al rabbino Moisé Coen Porto (1834-1918) e poi accanto a Giovanna bambina (1856-1906), sorella di Emma.
Quella dei ritratti della famiglia Levi è in definitiva una raccolta preziosa, non solo perché offre nuovi spunti per lo studio della fotografia ottocentesca e dei suoi autori, ma anche per il fascino delle sue lacune, che pongono dubbi e quesiti, e che chiedono di essere colmate attraverso nuovi studi.
Un'ulteriore affascinante fonte di studio è costituita dalla collezione di cartoline e ritratti fotografici legati al mondo musicale e teatrale, appartenuta ad Ugo e Olga e confluita oggi all'interno della serie “Cartoline teatrali, musicali e ritratti di artisti”. La raccolta tocca un arco temporale di circa un secolo, dagli anni Sessanta dell'Ottocento agli anni Sessanta del Novecento, e vi compaiono personaggi quali Pietro Mascagni, Wanda Landowska, Lorenzo Perosi, Ferdinand Löwe, Ottorino Respighi. Veri e propri cimeli, accompagnati in alcuni casi da dediche e autografi indirizzati in particolare a Ugo, che, come constatato da Claudia Canella, si ricollegano talvolta alle serate musicali veneziane cui la coppia partecipava, come nel già citato ritratto con dedica di Pietro Mascagni, datato 20 febbraio 1900, che in quella data diresse l'Iris al Teatro La Fenice durante una serata in suo onore.
Noemi La Pera