Il 28 settembre 2024, la Fondazione Ugo e Olga Levi ha voluto promuovere un incontro per ricordare Giampaolo Vianello e il segno che ha lasciato a Venezia. 

A lui la Fondazione Levi e la LYRA s.r.l. intitolano il laboratorio di digitalizzazione LeviDigiLab, riconoscendo il suo valore come imprenditore e manager, che ha lavorato nel settore delle «It» (InformationTechnology) per aziende come Olivetti, Iri, Pesenti, General Electric, San Paolo, fondando società di software come la «Systems & Management» e la «Par-Tec», dirigendo aziende come la «Eds Italia», e guidando la «C.T. Partners» di Milano.

Giampaolo Vianello è nato a Venezia il 2  novembre 1941 ed è mancato il 28 settembre 2019. È stato Sovrintendente del Teatro La Fenice e quindi membro di diritto del CDA della Fondazione Levi da aprile 2001 a dicembre 2010, poi cooptato in CDA Levi il 12 dicembre 2011 e vicepresidente della Levi dal 24 dicembre 2015.

 

Si riporta il discorso introduttivo all’evento:

Buongiorno a tutti un caloroso benvenuto a questo incontro che la Fondazione Levi ha voluto promuovere per ricordare Giampaolo Vianello e il segno che lui ha lasciato a Venezia, la sua città, dove ha avuto importanti ruoli e responsabilità, a volte apicali, in alcune delle istituzioni culturali più importanti della città.

Un ringraziamento particolare va ai relatori che, avendo conosciuto e lavorato direttamente con Giampaolo potranno dare diretta testimonianza della sua opera e in particolare della generosità con cui ha sempre agito nell’esclusivo interesse delle istituzioni affidate alla sua responsabilità. E un grazie anche a tutti voi, amici e conoscenti, che avete voluto partecipare a questo evento

Prima di dare la parola ai relatori, desidero brevemente ricordare un tratto caratteristico della personalità di Giampaolo che ho sempre ammirato e che ha caratterizzato in modo forte il suo passaggio quasi ventennale nella Fondazione Levi. 

Giampaolo, che avevo conosciuto e con cui avevo collaborato ai tempi della mia presidenza della Biennale, era una persona che mi piace definire “poliedrica”
1) tecnico di valore, sempre attento alle continue evoluzioni del mondo informatico nel quale aveva speso una parte importante della sua vita lavorativa;
2) testore, sempre capace di comprendere e padroneggiare le spesso complesse dinamiche aziendali, orientandole ai fini societari;
3) uomo di cultura, caratteristica questa non sempre compatibile con quelle prima menzionate e che Giampaolo era invece riuscito a sintetizzare in modo mirabile. 

Ebbene, mi fa piacere ricordare e testimoniare che la Levi si è costantemente e ampiamente giovata della poliedricità di Giampaolo, “approfittando”, passatemi il termine, di tutte le sue citate caratteristiche, ben al di là del suo ruolo formale di Board member della Fondazione.

Infatti Giampaolo, prima consigliere e, dal 2015, Vicepresidente, ha guidato la profonda ristrutturazione dell’impianto informatico e la messa a punto di un nuovo piano dei conti che ha consentito alla Fondazione di disporre di uno strumento essenziale di previsione e rendicontazione economico finanziaria. Conoscitore delle dinamiche aziendali, ha affiancato il Direttore con grande disponibilità e inventiva nel rafforzare l’organizzazione della Fondazione e a meglio valorizzare il suo patrimonio immobiliare, in particolare rendendo possibile l’equilibrio del conto economico nei due terribili anni dell’emergenza Covid.

Infine, pur sempre nel rispetto della missione voluta dai fondatori, Giampaolo si è fatto promotore di nuove iniziative culturali che hanno contribuito ad allargare la presenza della Levi anche a livello internazionale. Cito, a mero titolo di esempio, la mostra sull’attività di Živa Kraus per la fotografia e la partecipazione alla mostra leonardesca poi “venduta“ in Cina. Ma soprattutto è stato  convinto propugnatore di un concetto, e di una prassi, non sempre condivisi. E cioè che il “fare Cultura” (con la C maiuscola) non solo non è necessariamente in antitesi con il “fare business”, ma può anzi essere facilitato, valorizzato, mai tradito, se affiancato dalle opportune forme di finanziamento. 

Concludo queste mie brevi riflessioni dicendo che tra tutte le doti di Giampaolo quella che, personalmente, ricordo con più affetto è la generosità del suo agire, sempre pratico, costruttivo, esclusivamente volto a gestire al meglio le realtà di cui di volta in volta è stato responsabile. 

Posso infine testimoniare che la Levi deve molto a Giampaolo Vianello, così come credo anche la Città di Venezia che lui ha sempre servito con rigore e passione.


Davide Croff
Presidente della Fondazione Ugo e Olga Levi

 

 

28 settembre 2024
In memoria di Giampaolo Vianello nel quinto anniversario della scomparsa
 

Interventi di:

Davide Croff, presidente della Fondazione Ugo e Olga Levi, Fortunato Ortombina, sovrintendente e direttore artistico Teatro La Fenice, Paolo Costa, politico ed economista, sindaco di Venezia dal 2000 al 2005, Giorgio Busetto, direttore della Fondazione e della Biblioteca Ugo e Olga Levi, Walter Le Moli, regista teatrale, Arrigo Cipriani, imprenditore e titolare del Harry’s Bar, Giorgio De Michelis, professore di Informatica teorica e Sistemi informativi all'Università di Milano Bicocca

 

 

Giampaolo Vianello – biografia


Giampaolo Vianello era un imprenditore e manager, ha lavorato nel settore delle «It» (Information Technology) per aziende come Olivetti, Iri, Pesenti, General Electric, San Paolo, fondando società di software come la «Systems & Management» e la «Par-Tec», dirigendo aziende come la «Eds Italia», e guidando la «C.T. Partners» di Milano.

Veneziano di origine, ha vissuto a lungo a Milano, era un amante della cultura che aveva dedicato le proprie doti manageriali al teatro e al mondo della lirica in difficoltà. 

Nel 2001 era infatti stato nominato sovrintendente del Teatro La Fenice, subentrando a Mario Messinis, per gestire il periodo di transizione verso la riapertura del teatro ricostruito nel 2003, quando l’attività lirica e musicale si svolgeva tra il PalaFenice e poi il teatro Malibran.

Dopo l’incarico in Fenice aveva continuato a occuparsi di musica, prima come consigliere per 10 anni e poi come vicepresidente della Fondazione Ugo e Olga Levi che aveva incominciato a frequentare e a conoscere durante gli anni della Fenice.


 

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