La musica moderna nel film

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Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2016-226

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
1948, XVIII, n. 1
Pagina
38-46
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
La bussola

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autore

CONTENUTO

Abstract
In quest'articolo il musicologo statunitense Walter Howard Rubsamen denuncia il disinteresse della cinematografia hollywoodiana nei confronti della musica colta contemporanea e dei suoi protagonisti. A differenza di Francia, Regno Unito e Unione Sovietica, ad Hollywood «la qualità della musica di un film non dipende dal gusto e dall'educazione musicale del compositore o del pubblico, ma da quella dei produttori, dei registi e dei direttori d'orchestra dei teatri cinematografici: e fra costoro pochi comprendono che solo della musica contemporanea è adatta a un soggetto cinematografico attuale» . Con l'ausilio di numerose informazioni filmografiche e di puntuali argomentazioni tecnico-compositive, utilizzate per smascherare i principali cliché presenti nella musica cinematografica statunitense, il musicologo descrive lo «stile di Hollywood»: eccessivo ricorso a sospensioni e appoggiature, per rafforzare «il sentimentalismo» delle scene rappresentate; «sospensioni cromatiche e i molteplici motivi conduttori si susseguono senza requie e postulano con insistenza la risoluzione»; ricorso alla «dissonanza (armonica e non polifonica) […]. per il "cattivo" o per qualche situazione spiacevole o macabra». Indipendentemente dall'epoca e dall'ambientazione del film, lo stile musicale ricorda sempre una «musica del 1880» virata verso un «Liszt sentimentalizzato». Ad esclusione del «moderno linguaggio polifonico», non adatto alla «chiara percezione delle parole» nelle sequenze dialogate, in linea di massima lo stile musicale contemporaneo rispondeva alle esigenze di quei film ambientati nel presente molto meglio di quello stile anacronistico proposto dai produttori di Hollywood. Secondo Rubsamen, semplicità della struttura, brevità delle durate, economia dei mezzi, trasparenza dei colori orchestrali, rigidità delle forme e frequente utilizzo della dissonanza potevano abbinarsi con molta più efficacia alle immagini di questi film. È inoltre giudicato negativamente il massiccio utilizzo di musica extracolta: jazz, swing, «canzonetta di moda» e boogie-woogie. Invece di riproporre pedissequamente solo le formule produttive risultate vincenti fino a quel momento, sarebbe opportuno utilizzare la musica moderna nel cinema anche per incidere nel gusto del grande pubblico, poco avvezzo alla musica dei compositori contemporanei.

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