La musica nel documentario
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2016-362
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
XI, 5-6, maggio-giugno 1950 Pagina
69-72
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Edizioni dell'Ateneo
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
Secondo il compositore barese Gervasio, mentre nel caso del film l'oggetto (il tema obbligato) della musica è il dramma (ovvero l'uomo), nel documentario invece è spesso "al di sopra o al di sotto dell'uomo". Quando il tema è "al di sotto dell'uomo", il compositore dovrebbe cercare di elevare la sua musica a livello di dramma. Quando invece il documentario parla di argomenti 'alti', Gervasio usa espressioni altisonanti quali "atto di presunzione", "responsabilità", "senso morale", "onestà", per affermare che il compositore quasi certamente non sarà all'altezza del suo compito, e non produrrà un degno accompagnamento musicale. Il compositore di musiche per il documentario d'arte deve aiutare lo spettatore a "comprendere" e a "sentire" l'arte (la sua funzione è pertanto pedagogica, innanzitutto). Gli si richiede una "spontaneità controllata", in quanto non dovrà dare piena voce alla sua soggettività. Occorre una buona integrazione con lo speaker, che è elemento fondamentale in un documentario. La musica può essere sostegno alla voce, oppure illuminarsi e acquisire forza proprio in virtù della voce dello speaker. Le forme del tema con variazioni e del rondeau sono molto adatte per il documentario. Il difficile è uniformare i tempi delle musiche e quelli delle sezioni di cui è composto il filmato.
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CHIAVI DI ACCESSO |
Film
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