Il parere del regista, del montatore e della critica
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2016-365
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
XI, n. 5-6, maggio-giugno 1950 Pagina
94-96
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Edizioni dell'Ateneo
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
Il cinema è al momento attuale il corrispettivo di quello che nel '700 e nell' 800 era il teatro d'opera (cantanti-divi; detrattori; e molte altre somiglianze). Come nell'opera del '700 il compositore doveva adeguarsi ai cantanti, così il compositore di musica da film oggi ha a che fare con l'ottusità musicale del regista. E anche se dotato di poca sensibilità, è pur sempre il regista che deve dettar legge. In comune il compositore d'opera e di musica da film hanno inoltre la necessità imposta di comporre in tempi brevi (il ché può essere anche uno stimolo), e il loro lavoro è suscettibile di imprevisti, variazioni all'ultimo minuto. La musica ha sempre accompagnato il cinema, anche ai tempi del muto. Funzione di commento. Operette ed opere trasposte al cinema. Le trasposizioni di Lubitsch sono molto riuscite, mentre altre operazioni lo sono meno. Lo spazio destinato alla musica nei film non è in fondo molto; per Luciani questo è un bene, in quanto la musica moderna tende ad essere troppo prolissa. Luciani critica la musica dodecafonica. La musica da film deve essere non solo breve, essenziale, ma anche gradevole, accessibile, evitando i clichés orchestrali. Il guaio sta nel fatto che i compositori non scrivono ispirati, attratti più che altro dal facile guadagno. Ma ci sono anche dei commenti musicali di grande valore, come quello di Georges Auric per A nous la liberté di René Clair.
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CHIAVI DI ACCESSO |
Persone
Lubitsch, Ernst (persona citata)
Ruttmann, Walter (persona citata)
Clair, René (persona citata)
Cimarosa, Domenico (persona citata)
Malipiero, Gian Francesco (persona citata)
Auric, Georges (persona citata)
Film
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