Il più gran bluff del mondo
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2018-022
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
7.7.1929, n. 14 Pagina
3-3
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Alberto Stock
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
Forte e decisa critica nei confronti della cinematografia europea, incapace di opporsi alla travolgente industria statunitense del sonoro. L'Europa, anziché intensificare le produzioni mute, si sarebbe fatta soggiogare e sovrastare da un prodotto artisticamente banale. Secondo Blasetti, infatti, il sonoro non avrebbe validità artistica nel sincronismo audiovisivo di dialoghi e musiche, entrambi ritenuti pedestri, volgari, anti-artistici e anti-commerciali (cit.) in un suo articolo comparso su Lo Schermo nel settembre 1926, qui menzionato a riprova di quanto detto. A riguardo, unica nota lieta risulterebbero il sincronismo dei rumori, facilmente ottenibile dal celebre intona-rumori, e l'accompagnamento musicale dal vivo delle apposite orchestre. Secondo Blasetti, scettico e senza prospettive, la produzione europea di pellicole sonore causerà una diminuzione dei mercati, un maggior costo di produzione ed un minor reddito, provocando altresì un inevitabile fallimento artistico e commerciale dell'Europa cinematografica. Del tutto privo di lungimiranza tecnica, l'intervento piuttosto rivedibile di Blasetti risulta sintomatico dell'epoca.
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CHIAVI DI ACCESSO |
Film
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