L'antifilm di Antonioni
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2019-041
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
XIX, 64-65, gennaio-giugno 1969 Pagina
40-46
Luogo di pubblicazione
Venezia
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
Kuspit sostiene che Blow up sia il prototipo dell'antifilm, vale a dire un'opera costruita per dare all'esperienza visiva la netta preminenza sull'impianto narrativo. Seguendo Sartre, il linguaggio audiovisivo è considerato autosufficiente e, per esempio, non ha bisogno della parola "pronunciata" per chiarire la sua dimensione poetica. Ma la colonna sonora - e in particolare la musica - sono considerati elementi essenziali per assicurare al film coerenza e continuità. Blow up è ritenuta un'opera esemplare sulla «pura visione» nella quale viene progressivamente sottratto all'immagine il carattere di rappresentazione e qualsiasi contenuto che non sia il farsi dell'immagine stessa. In questo contesto gli effetti sonori sono elementi contaminanti dell'immagine cinematografica di Antonioni perché non riescono a prendere efficacemente le distanze dall'evento che li produce. Nel film di Antonioni la musica di basso livello, suonata mentre l'indossatrice crea l'immagine di una bellezza d'alta classe, avrebbe il compito di distanziare ironicamente l'immagine stessa dalla realtà rappresentata e di indicarne così la sua completa autonomia.
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CHIAVI DI ACCESSO |
Film
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