La musica nel documentario d'arte

IDENTIFICAZIONE

Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2022-031

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
Agosto-Settembre 1950, XI, n. 8-9 [pubbl. anche in Le belle arti e il film, Quaderni della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, Roma, Bianco e Nero editore 1950, pp. 54-59]
Pagina
111-116
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Centro Sperimentale di Cinematografia

RESPONSABILITÀ

autore

CONTENUTO

Abstract
L'articolo è incentrato sulla disamina dell'apporto 'realistico' e cinetico che la componente sonora aggiunge alle opere d'arte quando esse sono al centro di precisi cortometraggi, grazie alla possibilità della musica di creare un «ritmo temporale» e aggiungere rumori che rendono più concreto il contesto in cui il dettaglio artistico è collocato. Il contributo esamina diversi esempi tratti dai cortometraggi di argomento artistico di Luciano Emmer, ad alcuni dei quali Vlad collaborò in veste di compositore, soprattutto per illustrare casi di impiego di brani appartenenti al repertorio del Novecento. L'intento dell'autore è dimostrare come l'apparentemente inconciliabile lontananza cronologica e stilistica tra musiche moderne e dipinti di epoche remote a cui esse sono associate rappresenti in realtà un fattore che accresce la potenza espressiva del commento sonoro. Paradossalmente, l'adozione di un brano novecentesco in un cortometraggio incentrato su capolavori del passato risulta più efficace rispetto a quanto avverrebbe se si ricorresse a composizioni ad essi contemporanee, in virtù della «plurivalenza» semantica di tali brani e del loro carattere dirompente dato dai nuovi e complessi rapporti sonori, appropriato soprattutto a sottolineare la violenza visiva di taluni dipinti.

CHIAVI DI ACCESSO

Persone
Musiche
Film